In pochi sanno perché si dice che lo sbadiglio è contagioso. Adesso è possibile scoprire da cosa dipende: in pochi potevano immaginarlo.
A tutti sarà capitato di essere contagiati da uno sbadiglio, ma prima di capire perché questo accade? Bisogna fare chiarezza su quelle che sono le cause di uno sbadiglio. Spesso non è facile capire la sua funzione biologica, visto che da molti viene etichettato come un semplice segnale di noia. Alcuni animali addirittura lo utilizzano per segnalare fame o stress. La teoria più accreditata per l’uomo invece è quella del segnale di scarsa vigilanza trasmesso, ma anche per avvertire stati di sonno o di noia.
Questa almeno è la teoria più accreditata dalla popolazione eppure la realtà potrebbe essere ben diversa. Infatti ad oggi è possibile distinguere lo sbadiglio contagioso da quello spontaneo. Il primo è quello che viene riprodotto dopo essere stato fatto da qualcun altro. L’altro invece è quello che ci viene automaticamente nel corso di una giornata. Infatti vi sorprenderà il fatto che lo sbadiglio “contagioso” appare solamente in alcune specie animali come scimpanzé, babbuini e umani. Oggi però è possibile scoprire anche perché questa azione può essere contagiosa.
Lo sbadiglio è davvero contagioso: da cosa dipende la ripetizione di questo gesto
Lo sbadiglio contagioso, un fenomeno intrigante e universale, ha catturato l’interesse degli scienziati e degli osservatori casuali da anni. Infatti sono diversi i ricercatori che si sono chiesti qual è il suo segreto. La risposta viene direttamente dal nostro cervello e sarebbe da associare ai neuroni specchio. Questa scoperta arriva direttamente dalla neuroscienza che ha aperto delle porte per una maggiore comprensione del comportamento umano. Ad introdurre questa concezione ci ha pensato Giacomo Rizzolatti, famoso neuroscienziato.
Secondo Rizzolatti esiste un sistema di neuroni nella corteccia premotoria delle scimmie. Questi neuroni si attivavano sia quando l’animale eseguiva un’azione motoria che quando osservava un’altra scimmia compiere la stessa azione. Questo fenomeno è stato chiamato “sistema dei neuroni specchio”. Gli studi successivi non hanno fatto nient’altro che confermare l’esistenza di un sistema simile anche negli esseri umani, suggerendo un ruolo cruciale dei neuroni specchio nella comprensione e nell’imitazione delle azioni degli altri.
Ecco dove entra in gioco lo sbadiglio contagioso. Infatti le ricerche hanno dimostrato che guardare qualcuno sbadigliare può attivare il sistema dei neuroni specchio nel cervello degli osservatori. I ricercatori sono arrivati a questa conclusione grazie all’utilizzo della risonanza magnetica funzionale che ha permesso di osservare l’attivazione cerebrale durante lo sbadiglio contagioso. Questi studi hanno rivelato che le persone con disturbi sociali, come l’autismo o la schizofrenia, mostrano una minore suscettibilità allo sbadiglio contagioso.
Inoltre queste ricerche hanno evidenziato come l’area del cervello coinvolta nello sbadiglio contagioso è il solco temporale superiore (STS), una componente chiave del sistema dei neuroni specchio. Mentre altri studi hanno identificato l’area 9 di Brodmann come quella responsabile dello sbadiglio contagioso e dell’empatia sociale.