Un piano per salvare le case degli italiani. Così Matteo Salvini ama definire il condono edilizio che intende chiudere entro il mese.
Il nuovo piano salva-casa del Ministro Salvini è una delle misure più attese dai proprietari di immobili. Dopo i fasti del Superbonus, finito malissimo è la volta di misure più modeste, ma senza troppe incognite. Il ministro promette di sanare quelle piccole irregolarità che, pur non comportando abusi di rilievo, possono bloccare la vendita di un immobile. Salvini vuole concedere sorta di pace edilizia che libererebbe i proprietari da quelle che sono considerate “ristrutturazioni illecite”.
Non senza accortezza, e per evitare le critiche dell’opposizione Salvini non ha mai parlato di condono edilizio, ma di piano salva-casa, una proposta che serve a salvare gli immobili di milioni di italiani che, secondo il ministro, si trovano ostaggio della burocrazia e delle norme. Una situazione di stallo permanente che non permette di regolarizzare piccole difformità, spesso vecchie di decenni. Il Ministro delle Infrastrutture sa di toccare un punto nevralgico ed è intenzionato a portare in porto il risultato preso, prestissimo. Il provvedimento dovrebbe presto essere discusso in Consiglio dei Ministri.
Ormai si vede una data e c’è chi assicura che i giochi saranno fatti entro la fine del mese aprile. Qualche incognita resta, tuttavia, sia per evitare polemiche ed obiezioni all’interno della Maggioranza di Governo, sia per prevenire quella che sarà la critica più marcata, prevedibilmente: il condono come modo per aggirare norme pensate nell’interesse della collettività. Per questo il testo ha bisogno ancora di qualche accorgimento prima di essere presentato agli alleati di Governo, e discusso. E proprio gli alleati al riguardo, non si pronunciano. La partita è importante, anche in vista delle elezioni europee, e attendono il testo definitivo prima di dire la loro. L’Opposizione intanto ha già bollato l’iniziativa come intesa a raccogliere del consenso elettorale.
Il ministro ha spiegato che gli immobili del tutto abusivi non rientreranno in nessun modo nella sanatoria. Quindi nessuna possibilità di salvezza per le case costruite in totale concessione di licenza edilizia. Si tratta di quelle irregolarità che dovrebbe riguardare circa l’80% degli immobili presenti nel Paese, spesso prime case. Una cosa è certa fin d’ora: l’abuso non riguarderà in nessun caso abusi esterni. Beneficeranno del provvedimento solo gli spazi interni all’abitazione, quelle difformità realizzate all’interno delle mura domestiche. Difformità che in molti casi sarebbero potute essere sanate all’epoca della realizzazione, ma non oggi, sulla base di normative più severe.
Per sanare una modifica strutturale oggi è necessario che la stessa sia conforme non solo alla disciplina vigente al momento in cui è stata realizzata, ma anche a quella vigente attualmente. Appare chiaro che questo è difficilissimo che si realizzi e proprio per questo motivo la maggior parte delle difformità strutturali che i proprietari ha realizzato nel corso degli anni oggi non è più sanabile a causa della burocrazia che non consente di mettere in regola gli immobili.
L’obiettivo di Salvini, con la sanatoria che propone, è quello di intervenire in questo senso per tutelare i proprietari nella regolarizzazione degli immobili, ma allo stesso tempo il piano edilizio agisce anche nell’andare a sgravare gli uffici tecnici delle numerose domande che devono lavorare proprio per la richiesta di sanare le difformità.
Non si tratta propriamente di un condono edilizio, ovvero una misura che permette a chi ha compiuto un abuso di non subire conseguenze pagando una somma di denaro. In questo caso, però, non si parla di veri e propri e abusi, quanto di irregolarità: un tramezzo spostato per rendere una camera più spaziosa, una porta chiusa perché diventata inutile, apertura di una finestra che non altera l’esterno dell’immobile. La maggior parte degli immobili (soprattutto quelli più vecchi) nel corso degli anni ha subito modifiche lievi mai regolarizzate che, però, oggi impediscono la vendita.
Come abbiamo già detto il testo definitivo da presentare al resto del Governo dovrebbe essere pronto a breve. Non c’è molta certezza sui tempi di entrata eventuale in vigore del piano di Salvini, ma si comprende che quest’ultimo ha l’esigenza di premere sull’acceleratore per ottenere un decreto legge quanto prima da far entrare in vigore entro giugno.
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